Ape regina - Tracce nel Vento

l'ape regina mi ronza nelle orecchie.
non dà più scosse al cervello che sonnecchia,
qui nella stanza della grande luce, cupo
mi fissa l'incubo con liquido sguardo di topo.

"la schiavitù è libertà, la guerra è pace"
annuncia lo speaker, l'inquisitore tace.
c'è un resto inazzerabile, residuo inespresso,
la carta bianca, il file che manca,
cui non ha accesso.

l'ape regina è un castello di menzogna.
chi bazzica i suoi atri adula e sogna,
abbraccia il mondo in volo
dal pinnacolo del tempio,
lacchè al suo crollo con fragore,
fuco di brama di scempio.

finirà,
è un'ombra più lunga il buio
e finirà.
lei berrà
la coppa d'ira fino in fondo,
berrà fino giù alla feccia
e s'incapriccia di sé
e come lei diventi il suo lacchè.
mi risveglierà
un canto d'esule: una donna
in sé porta il re.

appartengo qui, alla siepe di sinforina e ribes,
a questo ciglio alpestre,
a questa curva di ginestre,
a questa rossa roccia che stilla miele.
chi liba i favi dell'ape regina
ha la bocca saburrale.

finirà...
(...)
mi risveglierà
il dolce canto di una donna:
è in fasce il mio re,
le piaghe risanerà.

ape regina, dove mandi i tuoi figli?
o figlia, madre e sposa prega per loro.